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            QUALCUNO HA SALVATO
            IL SOLDATO HARRY 
            
             Harry
            Castilloux, Compagnia L, 350° Reggimento, 88th Divisione USA 
            
             Questa
            storia iniziò per caso un sabato mattina del 1997 quando Renzo
            Grandi di Borgo Tossignano, in Italia, prese come al solito il suo
            metal-detector e si recò a perlustrare i prati e i boschi per le
            colline a pochi chilometri da Imola, zone dove nel 1944 si era
            fermato il fronte di guerra. Ina questi luoghi era passata la famosa
            Linea Gotica, la linea difensiva tedesca che per sei mesi aveva
            contrastato l’avanzata delle truppe alleate.
            
             Era
            ormai da trent’anni che Renzo si comportava così, la sua grande
            passione per la storia, l’attività come collaboratore del Museo
            della Guerra di Castel del Rio e di ricercatore di reperti sui campi
            di battaglia, l’avevano portato, infatti, a girare su quelle
            colline fin da giovane: anche oggi, alla soglia dei cinquant’anni,
            dedica il tempo libero dal lavoro e dagli impegni familiari al suo
            hobby preferito. Quella mattina Renzo stava setacciando per
            l’ennesima volta il versante sud di Monte Battaglia, la collina
            tristemente nota a tutti i veterani dell’88° Divisione per essere
            stato teatro di sanguinosi scontri tra americani e tedeschi alla
            fine del mese di settembre del 1944. La zona è ben conosciuta a
            tutti i ricercatori di reperti ed è quindi una delle più
            frequentate ma, nonostante questo, continua a restituire attraverso
            gli anni gli oggetti più svariati, sempre che si sia abili
            cercatori. Mentre passava sul ripido versante sud, Renzo avvertì un
            segnale nitido provenire dal suo strumento, diverso dai soliti suoni
            emessi per segnalare schegge o pallottole; pochi abili colpi di
            zappetto e dal terreno emerse la parte superiore di un elmetto
            americano. Era già un bel bottino per quella mattina per cui, una
            volta liberato l’oggetto dalla terra e dai sassi che
            l’avvolgevano, il cercatore se ne tornò a casa.
            
             La
            settimana successiva, mentre era al lavoro, Renzo continuava a
            rimuginare tra sé ed a discutere con gli amici sul ritrovamento che
            gli era capitato; che ci facesse lì quell’elmetto? Per qual
            motivo l’ho ritrovato solo adesso? Ci saranno altri oggetti nelle
            vicinanze? Tra congetture, ipotesi e considerazioni si faceva strada
            nelle sua mente l’idea che quasi certamente in quella zona dovesse
            esserci ancora del materiale, anche se ciò era solo
            un’impressione, una strana sensazione personale, una sua ipotesi
            tutta da confermare. Inevitabilmente, il mattino del sabato
            successivo lui era di nuovo lì a sondare il terreno e la sua
            convinzione fu poco dopo confermata dal fido metal-detector; a poche
            decine di centimetri di distanza ecco affiorare le prime ossa,
            bottoni sparsi, un braccialetto, anelli e la piastrina di
            riconoscimento……..
            
             I
            resti del soldato riemerso dal passato erano quelli del PVT (soldato
            semplice) Harry Castilloux di Detroit, Michigan, appartenuto al 350°
            Reggimento dell’88° Divisione di fanteria dell’esercito degli
            Stati Uniti, Compagnia L. Il soldato risultava disperso in azione
            dalla sera del 4 ottobre 1944, proprio l’ultima notte che le
            truppe americane avevano passato su Monte Battaglia prima di essere
            avvicendate dagli inglesi. Il rapporto militare ufficiale di allora
            parla della scomparsa di Harry durante un contrattacco tedesco, al
            militare americano erano state concesse due ore di riposo dopo un
            intero pomeriggio passato alla mitragliatrice, per cui lui si era
            ritirato sul versante amico, il lato sud, stendendosi nella sua buca
            ed appoggiando l’elmetto poco distante. Ma l’improvviso
            contrattacco tedesco con forte concentrazione di artiglieria e
            mortai lo sorprese nel suo rifugio, dove molto probabilmente fu
            ucciso e rimase ricoperto da terra e rocce franate, per effetto
            delle bombe, dalla cima della collina.
            
             Il
            mattino successivo furono vane tutte le ricerche effettuate, sia
            presso i posti di medicazione che sul campo di battaglia, per cui il
            soldato Castilloux venne segnato disperso in azione. Inoltre proprio
            il 5 ottobre, le truppe americane abbandonarono il settore di Monte
            Battaglia consegnandolo agli inglesi, quindi nessuno si preoccupò
            più di cercare, in quella tragica situazione, i militari dispersi.
            Anche le condizioni climatiche di quel periodo avversarono molto le
            ricerche, infatti, il fine settembre-inizio ottobre del 1944 fu uno
            dei più piovosi, nebbiosi e freddi autunni che si ricordino del
            secolo passato.
            
             Il
            destino, come dice Renzo Grandi, ma soprattutto l’ostinazione
            dello storico e del ricercatore, hanno permesso che Harry tornasse a
            far parlare di sé cinquantaquattro anni dopo la sua scomparsa,
            quando i suoi poveri resti furono consegnati ufficialmente al
            console americano in Italia e trasferiti alle Hawaii, al laboratorio
            centrale per il riconoscimento delle ossa dei militari dispersi.
            
             Harry
            Castilloux, matr. 36895836
            dell’U.S. Army, adesso riposa nella sua terra, in Michigan, dove
            è stato sepolto con una bella cerimonia militare e gli onori che si
            devono ad un eroe quando torna a casa, anche dopo sessant’anni,
            restituito per sempre agli effetti dei famigliari che mai lo avevano
            dimenticato.
            
             Il
            10 ottobre 2004, presso il cippo che, a Monte Battaglia, ricorda il
            giorno della morte e del ritrovamento di Harry, si è svolta una
            breve ma toccante cerimonia, alla presenza delle autorità locali e
            di un nutrito gruppo di storici; ospiti d’onore erano le sorelle
            del caduto americano Rita e Katie, rispettivamente di 75 e 82 anni
            d’età, individuate faticosamente a causa della riservatezza
            dell’U.S. Army in questi frangenti e solo grazie alla tenacia
            dell’amico Alberto Forchielli, che hanno voluto affrontare un
            impegnativo viaggio per conoscere i luoghi di battaglia e l’esatto
            punto dove il loro amato fratello era caduto. E’ stato difficile
            per tutti i presenti, quella mattina, trattenere le lacrime al suono
            della tromba militare ed alla vista di due anziane signore che
            pregavano sul cippo del giovane fratello morto in battaglia.
            
             Ogni
            anno sulla cima di Monte Battaglia si svolge, la prima domenica di
            settembre, una cerimonia che ricorda gli eventi tragici della guerra
            ed auspica un futuro di pace; ora, sul versante sud della collina, a
            poche decine di metri dalla vetta dove ancora si erge la torre
            dell’antico castello, c’è anche il cippo di Harry Castilloux, a
            ricordare a chiunque passi di lì quale fu il crudele destino di
            tanti giovani che si sacrificarono per la libertà dell’Italia. Scritto
            da Valerio Calderoni 
            
             
            
              
            
               
            
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